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 AIDS

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crono03motonica
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AIDS Empty
MessaggioTitolo: AIDS   AIDS EmptyMar Ott 20, 2009 10:40 am

Ciao ragazzi, dopo aver letto questa notizia:

http://www.breakingnews.ie/entertainment/?jp=CWSNIDGBKFQL

Ho deciso di aprire un 3d sull'AIDS, una delle maggiore causa di decessi al mondo.


Ecco cosa ci dice il ministero della salute sull'AIDS:

Che cos'è l'AIDS

AIDS
(Acquired Immune Deficiency Sindrome) significa "Sindrome da
Immunodeficienza Acquisita". Nelle persone malate di AIDS le difese
immunitarie normalmente presenti nell'organismo sono state fortemente
indebolite a causa di un virus denominato HIV (Human Immunodeficiency
Virus) e non sono più in grado di contrastare l'insorgenza di infezioni
e malattie - più o meno gravi - causate da altri virus, batteri o
funghi (infezioni/malattie opportunistiche). E' questo il motivo per
cui l'organismo di una persona contagiata subisce malattie e infezioni
che, in condizioni normali, potrebbero essere curate più facilmente.
L'infezione
non ha una propria specifica manifestazione, ma si rivela
esclusivamente attraverso gli effetti che provoca sul sistema
immunitario. Una persona contagiata viene definita sieropositiva
all’HIV. Pur essendo sieropositivi, è possibile vivere per anni senza
alcun sintomo e accorgersi del contagio solo al manifestarsi di una
malattia opportunistica. Sottoporsi al test della ricerca degli
anticorpi anti-HIV è, quindi, l'unico modo di scoprire l'infezione. I
progressi della ricerca scientifica e l'uso della terapia HAART
efficace (Highly Active Anti-Retroviral Therapy) hanno reso possibile
allungare la vita di una persona sieropositiva per molti anni.

HIV e AIDS

Occorre
sottolineare il fatto che la sieropositività è quella condizione in cui
viene riscontrata la presenza di anticorpi anti-HIV, ma non sono ancora
comparse le infezioni opportunistiche. In questo periodo il soggetto
può aver bisogno di farmaci antiretrovirali che combattono l'infezione.

La Sindrome da Immunodeficienza Acquisita (AIDS) è, invece, quella
situazione in cui si presentano infezioni opportunistiche. Ciò si
verifica quando le difese immunitarie sono state talmente indebolite
dall’HIV da non proteggere l'organismo da microrganismi che potrebbero
essere innocui.
L'introduzione di terapie antiretrovirali (HAART),
che riducono e bloccano la replicazione virale, ha migliorato la
qualità di vita e prolungato la sopravvivenza delle persone
sieropositive.

Dov'è presente il virus

Il virus è presente nei seguenti liquidi biologici:
sangue
liquido pre-eiaculatorio
sperma
secrezioni vaginali
latte materno

Come si trasmette il virus

Il virus si trasmette attraverso:
Sangue infetto (stretto e diretto contatto tra ferite aperte e sanguinanti, scambio di siringhe)
Rapporti sessuali (vaginali, anali, orogenitali), con persone con HIV, non protetti dal preservativo
Da madre con HIV a figlio durante la gravidanza, il parto oppure l’allattamento al seno.
Trasmissione attraverso il sangue

A
partire dal 1995, lo screening delle unità di sangue con la conseguente
eliminazione di quelle risultate positive, il minor ricorso a
trasfusioni 'inutili', il ricorso all’autotrasfusione, il trattamento
con calore degli emoderivati e la selezione dei donatori con
l’esclusione di quelli con comportamenti a rischio, hanno di fatto
eliminato il pericolo di contagio attraverso queste modalità.

La
trasmissione attraverso il sangue rappresenta, invece, la principale
modalità di contagio responsabile della diffusione dell’infezione nella
popolazione dedita all’uso di droga per via endovenosa. L’infezione
avviene a causa della pratica, diffusa tra i tossicodipendenti, di
scambio della siringa contenente sangue infetto.

Con la stessa
modalità è possibile la trasmissione sia dell’HIV che di altri virus
tra i quali quelli responsabili dell’epatite B e C, infezioni anch’esse
molto diffuse tra i tossicodipendenti.

Trasmissione sessuale

La
trasmissione sessuale è nel mondo la modalità di trasmissione più
diffusa dell’infezione da HIV. I rapporti sessuali, sia eterosessuali
che omosessuali, non protetti dal profilattico possono essere causa di
trasmissione dell’infezione. Tale trasmissione avviene attraverso il
contatto tra liquidi biologici infetti (secrezioni vaginali, liquido
pre-eiaculatorio, sperma, sangue) e mucose -anche integre- durante i
rapporti sessuali.

Ovviamente tutte le pratiche sessuali che
favoriscano traumi o lesioni delle mucose possono provocare un aumento
del rischio di trasmissione. Per questo motivo i rapporti anali sono a
maggior rischio: la mucosa anale è, infatti, più fragile e meno
protetta di quella vaginale e quindi il virus può trasmettersi più
facilmente.
Ulcerazioni e lesioni dei genitali causate da altre patologie possono far aumentare il rischio di contagio.

I
rapporti sessuali non protetti possono essere causa di trasmissione non
solo dell’HIV. Esistono, infatti, oltre 30 malattie sessualmente
trasmissibili (MST).
Il coito interrotto non protegge dall'HIV, così
come l'uso della pillola anticoncezionale, del diaframma e della
spirale. Le lavande vaginali, dopo un rapporto sessuale, non eliminano
la possibilità di contagio.

Trasmissione verticale e perinatale (da madre a figlio)

La
trasmissione da madre sieropositiva al feto o al neonato può avvenire
durante la gravidanza, il parto o l’allattamento al seno. Il rischio
per una donna sieropositiva di trasmettere l’infezione al feto è circa
il 20% (cioè 1 su 5). Oggi è possibile ridurre questo rischio al di
sotto del 4% se viene somministrata la terapia antiretrovirale alla
madre durante la gravidanza e al neonato per le prime sei settimane di
vita. Per stabilire se è avvenuto il contagio il bambino deve essere
sottoposto a controlli in strutture specializzate per almeno i primi
due anni di vita.

Tutti i bambini nascono con gli anticorpi
materni. Per questa ragione, il test HIV effettuato sul sangue di un
bambino nato da una donna sieropositiva risulta sempre positivo. Anche
se il bambino non ha contratto l’HIV gli anticorpi materni possono
rimanere nel sangue fino al diciottesimo mese di vita, al più tardi
entro i due anni. Il bambino viene sottoposto a test supplementari per
verificare se è veramente portatore del virus o se ha ricevuto solo gli
anticorpi materni.

Come non si trasmette il virus

Il virus non si trasmette attraverso:
strette di mano, abbracci, vestiti
baci, saliva, morsi, graffi, tosse, lacrime, sudore, muco, urina e feci
bicchieri, posate, piatti, asciugamani e lenzuola
punture di insetti
Il virus non si trasmette frequentando:

palestre, piscine, docce, saune e gabinetti
scuole, asilo e luoghi di lavoro
ristoranti, bar, cinema e locali pubblici
mezzi di trasporto.
Come si evita il contagio

L’uso corretto del profilattico può annullare il rischio di infezione durante ogni tipo di rapporto sessuale con ogni partner.

Nei
rapporti sessuali il preservativo è l'unica reale barriera protettiva
per difendersi dall'HIV. Non vanno usati lubrificanti oleosi (vaselina,
burro) perché potrebbero alterare la struttura del preservativo e
provocarne la rottura.
E' necessario usare il preservativo
all’inizio di ogni rapporto sessuale (vaginale, anale, orogenitale) e
per tutta la sua durata.

Anche un solo rapporto sessuale non protetto potrebbe essere causa di contagio.
Per un uso corretto del profilattico è importante:
leggere le istruzioni accluse
indossarlo dall’inizio alla fine del rapporto sessuale
usarlo solo una volta
srotolarlo
sul pene in erezione, facendo attenzione a non danneggiarlo con unghie
o anelli; conservarlo con cura: lontano da fonti di calore (cruscotto
dell'auto ed altro) e senza ripiegarlo (nelle tasche, nel portafoglio).

La pillola, la spirale e il diaframma sono metodi utili a prevenire
gravidanze indesiderate, ma non hanno nessuna efficacia contro il virus
dell’HIV.
L’uso di siringhe in comune con altre persone
sieropositive costituisce un rischio di contagio pertanto è necessario
utilizzare siringhe sterili.
Sarebbe opportuno sottoporsi ad
agopuntura, mesoterapia, tatuaggi e piercing utilizzando aghi monouso e
sterili. Le trasfusioni, i trapianti di organo e le inseminazioni, nei
Paesi europei, sono sottoposti a screening e ad accurati controlli per
escludere la presenza dell'HIV.

Il test dell'HIV

Per
sapere se si è stati contagiati dall’HIV è sufficiente sottoporsi al
test specifico per la ricerca degli anticorpi anti-HIV che si effettua
attraverso un normale prelievo di sangue. Il test anti-HIV è in grado
di identificare la presenza di anticorpi specifici che l’organismo
produce nel caso in cui entra in contatto con questo virus.
Se si
sono avuti comportamenti a rischio è bene effettuare il test al termine
del sesto mese dall’ultimo rischio di contagio (periodo finestra)
poiché gli anticorpi anti-HIV possono presentarsi anche entro sei mesi
di distanza dall’esposizione al contagio.

Bisogna tenere
presente che durante il cosiddetto 'periodo finestra' (periodo di tempo
che va dal momento del contagio a quello della comparsa degli
anticorpi) è comunque possibile trasmettere il virus pur non risultando
positivi al test.

La Legge italiana (135 del giugno 1990) garantisce che il test sia effettuato solo con il consenso della persona.
Il test non è obbligatorio, ma se si sono avuti comportamenti a rischio sarebbe opportuno effettuarlo.
Per eseguire il test, nella maggior parte dei servizi, non serve ricetta medica; è gratuito e anonimo.
Le
persone straniere, anche se prive di permesso di soggiorno, possono
effettuare il test alle stesse condizioni del cittadino italiano.

Per tutte le coppie che intendono avere un bambino sarebbe opportuno sottoporsi al test per la sicurezza del neonato.
Il risultato del test viene comunicato esclusivamente alla persona che lo ha effettuato.
Sapere
precocemente di essere sieropositivi al test dell’HIV consente di
effettuare tempestivamente la terapia farmacologica che permette oggi
di migliorare la qualità di vita e vivere più a lungo.

Le terapie

Oggi
i medici propongono la terapia HAART contro l'infezione da HIV alle
persone sieropositive sulla base dei cosiddetti "valori" dei linfociti
CD4 (cellule del sistema immunitario) e della carica virale (numero di
particelle di HIV nel sangue) che misura la velocità di replicazione
dell'infezione.

La terapia è in genere composta da più farmaci
antiretrovirali che permettono di ridurre la carica virale e migliorare
la situazione immunitaria. Il medico potrà spiegare meglio quali sono
le varie possibilità terapeutiche, i possibili effetti collaterali, le
modalità di assunzione dei farmaci.

Strategie terapeutiche

Nei
paesi occidentali i successi terapeutici contro l'AIDS sono in gran
parte dovuti ai risultati ottenuti dalla ricerca scientifica che ha
consentito di individuare farmaci dotati di potente attività
antivirale.

Occorre tuttavia tenere ben presente che le
attuali strategie terapeutiche non consentono la guarigione
dall'infezione ma permettono di tenerla sotto controllo.

E'
quindi essenziale individuare nuove strategie terapeutiche con
meccanismi di azione diversi da quelli di cui oggi disponiamo.

Per saperne di più

E’ possibile chiamare il Telefono Verde AIDS (TVA) dell’Istituto Superiore di Sanità al numero 800-861061.
Il servizio, anonimo e gratuito, è attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 13.00 alle ore 18.00.
Gli esperti del TVA garantiscono una informazione scientifica, aggiornata e personalizzata.

Ecco altri siti per qualsiasi chiarimento AIDS Smile

www.aids.it/
www.ministerosalute.it/aids/aids.jsp
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